
liberamente

Se un giorno sarò chiamata a discutere sull'amore, sarai il solo libro che avrò letto. Racconterò delle notti in cui mi perdevo tra le tue pagine per svegliarmi avvinghiata al tuo corpo in quell'abbraccio che solo noi potevamo comprendere.
Una goccia dopo l'altra, cade lenta la pioggia. Il mio sguardo si ferma su una di essa. Trasparente luce, rotola sul vetro. Materia incolore, dall'aspetto insignificante, piccolo cristallo segue la sua scia, ne disegna la via, talvolta dritta altre barcollante. Mi riporta a quelle figure, che da bambina vedevo uscire dal bar a tarda ora, con una mano tenevano la pipa e con l'altra frugavano nelle tasche in cerca del tabacco. Ed io in cerca della mano da stringere, che seguisse la mia scia fino all'uscio di casa. Un reggersi l'un l'altra come gocce di pioggia che si intrecciano sul vetro a formarne di più grandi, come le lacrime a segnare il volto di quella bambina impaurita. Ma tenace in quel vorticoso scambio di sguardi che si placava solo quando riusciva a sentire accanto a se il profumo di mamma, un profumo fatto di alcool, tabacco e peccato ma che le era familiare.
Carmen Tozzi
